Questo è il punto su cui bisognerebbe far leva. È inutile tentare di incastrare nel penale un uomo come costui: non ci saranno mai prove sufficienti, il silenzio degli onesti e dei disonesti lo proteggerà sempre. Ed è inutile, oltre che pericoloso, vagheggiare una sospensione di diritti costituzionali. Un nuovo Mori diventerebbe subito strumento politico- elettoralistico, braccio non del regime, ma di una porzione del regime. Qui bisognerebbe sorprendere la gente nel covo dell’inadempienza fiscale come in America.
Ma non soltanto le persone come Mariano Arena e non soltanto qui in Sicilia.
Bisognerebbe di colpo piombare sulle banche; mettere mani esperte nelle contabilità, generalmente a doppio fondo, delle grandi e delle piccole aziende. E tutte quelle volpi, vecchie e nuove, che stanno a sprecare il loro fiuto dietro le idee politiche, sarebbe meglio si mettessero ad annusare intorno alle ville, le automobili fuoriserie, le mogli, le amanti di certi funzionari: e confrontare quei segni di ricchezza agli stipendi e tirarne il giusto senso.
Soltanto così ad uomini come don Mariano comincerebbe a mancare il terreno sotto i piedi. In ogni altro paese del mondo, una evasione fiscale come quella che sto constatando, sarebbe duramente punita. Qui con Mariano se ne ride, sa che non gli ci vorrà molto ad imbrogliare le carte.
Questo scriveva Leonardo Sciascia nel 1961, questo era il ragionamento del capitano Bellodi nella sua opera più conosciuta: Il giorno della civetta. Continua a leggere
Il mondo alla fine del mondo – Luis Sepulveda
Dopo aver letto il suo ultimo libro intitolato Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico ho deciso di tornare ad un Luis Sepulveda più classico e più affine ai miei gusti.
Lo scrittore cileno alterna infatti almeno un paio di generi letterari: quello più fiabesco ed incline al bene finale con tanto di “…e vissero felici e contenti” e quello più crudo legato alla cronaca, quasi una sorta di denuncia letteraria, un metodo per contrastare le forze del male che possono essere identificate in tutto ciò che risponde ad interessi economici a discapito di popolazioni meno sviluppate, ambiente, ecc. ecc.
Non che quello appena definito, forse impropriamente, genere fiabesco non abbia chiavi di lettura più profonde, però una differenziazione di generi direi che ci può stare: Il vecchio che leggeva romanzi d’amore non si può abbinare con Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare e nella mia libreria giacciono ancora alcuni titoli come Le rose di Atacama, La frontiera scomparsa e Diario di un killer sentimentale che penso soddisferanno le mie attese.
In questo Il mondo alla fine del mondo Sepulveda veste i panni di un giornalista proiettato in una crudele lotta per la sopravvivenza grazie ad agganci con l’organizzazione Greenpeace.
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