Mai prima di questo avevo letto un libro di Raymond Queneau, dunque non sapevo cosa aspettarmi da questo autore, anche perché le uniche mie conoscenze facevano riferimento ad Esercizi di stile che con questo Troppo buoni con le donne non c’entra nulla.
Da buon appassionato di storia irlandese sono rimasto stregato dall’ambientazione e dalle primissime pagine che proiettano il lettore nel pieno dell’insurrezione repubblicana del 1916 nell’ufficio postale di Dublino.
Con il procedere degli eventi ci si trova però ben presto di fronte a situazioni non propriamente realistiche, con gli indipendentisti che vengono presentati come un ammasso di paesani analfabeti e creduloni che si esprimono attraverso un linguaggio più che terra-terra, cosa che potrebbe anche essere verosimile per gli inizi del secolo scorso; tuttavia sono le situazioni che si vengono a creare all’interno delle mura del piccolo ufficio postale che fanno pensare a qualcosa di inventato e non proprio realistico.
Ecco allora che una breve verifica su altri testi di storia fuga i dubbi e porta a tornare sulle pagine di questo libro con occhi diversi: non si è più in attesa di scoprire come andranno le cose da un punto di vista storico e politico, ma semplicemente siamo alle prese con un romanzo breve di altre caratteristiche.
Prigionieri del paradiso – Arto Paasilinna
Sono un individuo di una banalità disarmante e la cosa spesso mi irrita.
Il mare mi sbatteva contro il fianco della carcassa con una forza tale che le mie costole ritennero opportuno spezzarsi.
Solo un paio di frasi: la presentazione che il protagonista fa di se stesso e una piccola situazione seppur estrema.
Solo un paio di frasi che rendono immediatamente l’idea della scrittura di Arto Paasilinna.
Lo scrittore finnico che ha creato questo stile ironico e tragico allo stesso tempo.
Avvenimenti drammatici e situazioni grottesche.
Paasilinna non parla quasi di cose al di fuori del normale.
E’ vero che in questo caso la vicenda è un po’ più estrema rispetto al suo solito, ma comunque sia, la parte del protagonista dei suoi racconti non la fanno mai le storie, ma il suo modo di raccontare.
Presi nudi e crudi, gli avvenimenti possono anche essere roba di poco conto, vedi L’anno della lepre, ma raccontati da questo autore ecco che prendono una forma per la quale diventano divertenti da leggere e con molte riflessioni da fare.
Continua a leggere →
Lascia un commento
Archiviato in libri, recensioni libri
Con tag arto paasilinna, autori europei, autori finlandesi, autori finnici, autori scandinavi, commento, genere drammatico, genere grottesco, letteratura europea, letteratura finlandese, letteratura scandinava, letture 2013, libri, prigionieri del paradiso, recensione, recensioni, scrittori europei, scrittori finlandesi, scrittori scandinavi