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Come Diventare Se Stessi – David Lipsky

come diventare se stessi“La sensazione che danno queste pagine è quella di una chiacchierata in autostrada a tarda notte, unica macchina rimasta in giro, con l’esaltante consapevolezza che un’altra persona ha fatto esperienza nella vita in modo uguale a te: il motivo per cui si fanno viaggi insieme.”

E’ con queste parole che l’autore David Lipsky presenta questo libro, una condivisione di cinque giorni di vita, più che un’intervista vera e propria.

Leggere quello che David Foster Wallace dice di se stesso potrebbe apparire come  il solito vecchio e brutto modo che ha tanta gente di volersi distinguere, ma allo stesso tempo fingere di non farlo.

Mi spiego meglio: se prendessimo l’insieme dei nostri conoscenti che vestono abiti firmati o guidano auto esclusive e chiedessimo loro il motivo per cui abbiano scelto di acquistare quel tipo di prodotto e non un altro più economico, ben pochi risponderebbero con un semplice “perché mi piace”. Continua a leggere

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The End of the Tour – David Foster Wallace

the end of the tourOggi pomeriggio, in una sala che come affollamento presentava più analogie con un film porno infrasettimanale degli anni settanta che con un qualcosa uscito da un paio di giorni, ho assistito alla proiezione del film The End of the Tour.

Sei spettatori in tutto: una coppia, una donna sola e tre uomini sparsi qua e là.

Dall’alto dell’ultima fila si notavano una testa grigia, una brizzolata, una nera, una mora e una bionda. Al macchinista oltre a quelle se ne presentava anche una quasi calva.

Ah già, c’era anche un zoppicante.

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David Foster Wallace al cinema

segal_wallaceDavid Foster Wallace al cinema.

E’ di alcuni giorni fa la notizia che il libro Come diventare se stessi avrà una sua trasposizione sul grande schermo.

La storia, come dice la quarta di copertina del libro pubblicato da Minimun Fax nel settembre 2011, è presto detta:

“All’indomani dell’uscita americana di Infinite Jest, il giornalista David Lipsky venne inviato dalla rivista Rolling Stone per scrivere un lungo articolo e trascorse assieme a David Foster Wallace cinque giorni ininterrottamente, viaggiando con lui per centinaia di chilometri, assistendo ai suoi reading, alle lezioni del suo corso di scrittura, ma soprattutto impegnandolo in una conversazione personale e profonda sulla letteratura, sulla politica, sul cinema, sulla musica ed anche sugli aspetti più privati della sua vita, compresi il rapporto con le droghe e la battaglia contro la depressione. Una fedele trascrizione del materiale registrato all’epoca.”

Ebbene, quel libro sta ora per diventare un film che racconterà quei cinque giorni di viaggio e di conversazioni.

Il titolo del film nella versione originale sarà The End of The Tour e vedrà la regia di James Ponsoldt, mentre i due attori principali saranno Jason Segel (foto) nella parte di Wallace e Jesse Eisenberg nella parte del giornalista Lipsky.

Il commediografo e professore di inglese a Yale Donald Marguiles (premio Pulitzer 2000) si occuperà della sceneggiatura.

Inizio riprese previsto per febbraio-marzo 2014.

 

 

 

 

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Dire mai e altri racconti – David Foster Wallace

dire mai e altri raccontiAppartenente alla collana Racconti d’Autore, questo Dire mai e altri racconti, numero 61 della serie, è dedicato a David Foster Wallace e comprende tre racconti dello scrittore americano.

Sono molto diversi uno dall’altro, sia come ambientazione, sia come personaggi coinvolti, sia per il modo con cui le storie si sviluppano ed arrivano alla propria conclusione.

Il primo porta il titolo di Per fortuna il funzionario commerciale sapeva fare il massaggio cardiaco e parla di due dirigenti d’azienda che si incrociano casualmente nel parcheggio sotterraneo in tarda serata dopo diverse ore di straordinario.

La conoscenza nel campo del primo soccorso da parte del funzionario più giovane, può risultare decisiva vista la situazione.

Senonché l’autore non si concentra troppo sull’episodio chiave, lasciandolo per un finale oltretutto non chiarito seppur facilmente deducibile, ma piuttosto cerca di lavorare sulla persona del protagonista, sul suo passato, sul motivo per cui a quell’ora sia ancora presente in azienda, sulla personalità e sul carattere, facendo di uno sconosciuto un qualcuno degno di empatia da parte del lettore.

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Books & Drinks: David Foster Wallace – Di carne e di nulla

David Foster Wallace - Di carne e di nulla & Orval*

BOOK:

Di carne e di nulla – David Foster Wallace

DRINK: 

Birra Orval

BOOKMARK:

Wallace David Foster – Di carne e di nulla

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Books & Drinks: Claudio Imprudente – Una vita imprudente

Claudio Imprudente - Una vita imprudente & Franziskaner*

BOOK:

Una vita imprudente – Claudio Imprudente

DRINK: 

Birra Franziskaner Weissbier

BOOKMARK:

Imprudente Claudio – Una vita imprudente

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Books & Drinks: D.T.Max – Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi – Vita di David Foster Wallace

David Foster Wallace & D.T.Max - Ogni storia d'amore è una storia di fantasmi & Bulldog Strong Ale*

BOOK:

Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi – Vita di David Foster Wallace – D.T.MAX

DRINK: 

Birra Bulldog Strong Ale

BOOKMARK:

D.T.MAX – Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi – Vita di David Foster Wallace

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Discorsi Universitari – Steve Jobs, Randy Pausch, David Foster Wallace

La tradizione di invitare personaggi noti in occasione della cerimonia di consegna della laurea in molte università americane è molto diffusa e negli ultimi anni alcuni di essi hanno tenuto discorsi diventati celebri:

Stay hungry, stay foolish – Siate affamati, siate folli – Steve Jobs (Stanford 2005)

Really achieving your childhood dreams – Realizzare i sogni della vostra infanzia

meglio conosciuto come:

The last lecture – L’ultima lezione – Randy Pausch (Carnegie Mellon 2007)

This is water – Questa è l’acqua – David Foster Wallace (Kenyon College 2005)

Oltre ad avere in comune le forti personalità dei relatori e il loro tragico destino, questi tre discorsi meritano di essere messi a confronto perché oltre ad avere caratteristiche differenti, differenti sono proprio i messaggi che lanciano.

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Questa è l’acqua – David Foster Wallace

questa è l'acquaE’ il migliore? E’ sopravvalutato? E’ diventato famoso solo perché è morto oppure lo sarebbe diventato lo stesso e magari ancora di più? Si tratta di un fenomeno legato alla moda del momento o merita per davvero? Lo si legge perché fa tendenza o piacerebbe in ogni caso?

Come diceva quel tale protagonista di un noto film, francamente me ne infischio.

Ci sono dei libri, se uno vuole se li legge, se gli piacciono prosegue, altrimenti passa ad altro.

Sui gusti non si discute, si può trovare noioso il miglior Hermann Hesse o banale Hemingway, pesante Umberto Eco o superato Shakespeare…ciascun lettore deve dare il proprio secondo ciò che sente.

Non per forza bisogna leggere con attenzione e rispetto: se Pasolini è un maestro, si può abbandonare la scuola e passare al romanzo rosa senza che questo debba scandalizzare alcuno.

Siamo lettori o critici? Lettori direi.

E vista la lontananza che molti di questi addetti ai lavori hanno rispetto alla non propriamente enorme massa di lettori, ben vengano le opinioni personali.

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La Matematica e l’infinito

infinitoLeggo sul n.1018 di Internazionale un interessante articolo di Amanda Gefter (Regno Unito) sul concetto di infinito in matematica.

Avendo già da un po’ sul comodino il libro Tutto e di più di David Foster Wallace, per l’appunto un trattato sull’argomento, la cosa mi incuriosisce e dunque approfondisco.

Il problema di fondo pare essere ciò che causa l’accettazione di questo infinito teorico perché in tanti campi porta in essere più difetti che pregi.

In cosmologia ad esempio, dove proprio a causa dell’infinito, il tanto conclamato “universo in espansione” deve affrontare enormi dubbi e incertezze, vale a dire un big bang che tenga conto delle tematiche astratte legate al concetto di infinito, porta ad immaginare una sorta di “multiverso” problematico.

Per quanto ci ho capito io, sarebbe come pensare ad numero infinito di universi paralleli dove tutto ciò che succede può farlo un numero infinito di volte.

Ecco allora che una scienza che accettasse come valida questa situazione sarebbe teoricamente in grado di prevedere tutto perché tutto può accadere, ma ribaltando il concetto si finirebbe col non poter essere certi di nulla.

Ed una scienza non può considerarsi tale se non può prevedere né misurare nulla con certezza. Continua a leggere

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