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Inferno – Dan Brown

infernoHo trovato quest’ultimo libro di Dan Brown interessante e sotto diversi aspetti degno di nota.

Il genere devo dire non è tra quelli che mi appassionano maggiormente, non più oramai. Quindici o venti anni fa le cose sarebbero state differenti e l’intrigo, il ritmo e i repentini colpi di scena mi avrebbero acceso molto più di oggi che tendo a non sorvolare su alcuni aspetti seppur probabilmente non fondamentali.

Inferno si inserisce con decisione tra le opere dello scrittore americano e a mio parere è migliore del suo lavoro precedente Il simbolo perduto.

La parte che fa da contorno a tutta la vicenda, ossia le lezioni di storia dell’arte che Robert Langdon ed alcuni degli altri protagonisti tengono al lettore, è senza dubbio quella da me preferita: fermarsi ad ogni accenno artistico-letterario per individuare un luogo o un’immagine su internet, di sicuro rallenta la lettura, ma certamente fornisce nozioni che rendono la vicenda perfino più appassionante di quanto non lo fosse già prima.

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Il guardiano del frutteto – Cormac McCarthy

il guardiano del fruttetoIl guardiano del frutteto è il primo lavoro del romanziere Cormac McCarthy.

Pubblicata nel 1965 quest’opera delinea fin da subito quelle che saranno le caratteristiche principali dell’autore americano:

una scrittura affascinante anche se non propriamente scorrevole, il racconto di un mondo povero in cui gli uomini vivono di espedienti, personaggi crudi e sostanziali ai quali difficilmente il lettore riesce ad affezionarsi, pochi scrupoli e poche smancerie, ma tuttavia un senso di dignità sempre presente.

Il romanzo è ambientato nei primi anni trenta in piena depressione e le persone tirano a sbarcare il lunario facendo quel poco che possa consentire loro di portare a termine giornate nate senza prospettiva.

C’è il trasportatore clandestino di whisky, c’è il bar pieno di uomini annoiati, c’è la natura difficile non solamente per le condizioni climatiche, c’è il vecchio solitario con il suo segugio ormai altrettanto vecchio.

C’è sostanzialmente un clima che potrebbe essere rappresentato con tonalità minori, con immagini in bianco e nero e con una colonna sonora strumentale lenta e malinconica.

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Donne e Uomini – Richard Ford

donne e uominiSono rimasto soddisfatto da questa mia prima lettura di Richard Ford.

Donne e uomini è un libro costituito da un insieme di tre racconti accomunati dal dialogo interiore dei protagonisti.

In particolar modo il primo e l’ultimo, intitolati rispettivamente Il donnaiolo e Occidentali, hanno molto in comune sia come soggetto che come ambientazione.

Gran parte degli avvenimenti infatti trova un suo svolgimento nel centro di Parigi e in entrambi i casi si parla di donne e di uomini che attraversano crisi personali o di coppia.

Il secondo racconto, che porta il titolo di Geloso, è invece una storia differente dalle altre due, sia per il protagonista che per l’evoluzione vera e propria della vicenda, tanto che alla fine del libro appare non molto in linea con il resto.

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Ragazzo da Parete – Noi siamo Infinito – Stephen Chbosky

ragazzo da pareteInteressante la forma, non male la sostanza.

Avrei decisamente escluso la possibilità che un romanzo epistolare potesse piacermi.

Mi ero avvicinato ad una lettura del genere grazie ad uno dei tanti giochi di lettura che si organizzano su aNobii.

Del resto il loro scopo reale seppur nascosto, è proprio quello di incentivare il lettore ad ampliare la propria prospettiva per affrontare opere mai prese in considerazione.

E’ esattamente il caso di questo Ragazzo da parete di Stephen Chbosky.

La forma consiste in un lungo elenco di lettere, ad ogni capitolo ne corrisponde una, inviate in forma anonima ad un amico non ben identificato.

La sostanza racchiusa in queste lettere è la storia di un ragazzo di nome Charlie che racconta le proprie vicende quotidiane all’interno di una scuola superiore americana.

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I vagabondi del Dharma – Jack Kerouac

i vagabondi del dharmaSe si affronta un testo come questo in maniera superficiale e senza avere un’idea precisa riguardo la psicologia e la mentalità di questi vagabondi, non si coglie né lo spirito, né la logica che sostiene questi avventurieri moderni.

Non si riesce a capirne le personalità spesso ben più complesse delle persone cosiddette normali.

Non mi importava un accidente della mitologia, dei nomi e di tutte le sfumature del buddismo, ma mi interessava soltanto la prima delle quattro nobili verità di Sakyamuni (il Buddha Illuminato): “Tutta la vita è sofferenza” ed entro certi limiti anche parte della terza: “Si può ottenere la cessazione della sofferenza”, cosa che ritenevo piuttosto improbabile. Non avevo ancora assimilato la Scrittura Lankavatara in cui in definitiva si dimostra che non c’è altro al mondo se non la mente stessa, e di conseguenza tutto è possibile, compreso la cessazione del dolore.

Ecco in sostanza, appena poche pagine dopo l’inizio della lettura, apparire un mondo inatteso, dove i protagonisti sono personaggi con una propria nobiltà d’animo e una consapevolezza del proprio pensiero interiore ben più profonda delle mie aspettative.

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22/11/’63 – Stephen King

22-11-63Un giorno con Stephen King! Beh, non in senso letterale ovviamente, ma quasi: quasi 20 ore di lettura per questo romanzo sul viaggio nel tempo, nell’innocente e puro tentativo di incidere sull’andamento della storia in maniera da rendere il mondo migliore di come lo si conosce.

E’ questo sostanzialmente ciò che i due protagonisti cercano di fare: Al ci mette le cose che ha scoperto e Jake ci mette la propria persona.

Un romanzo abbastanza classico per il genere Stephen King, anche se molti degli aspetti misteriosi e tenebrosi da lui spesso utilizzati a fondo, qui vengono solamente accennati.

In effetti, in alcune occasioni ci sono edifici e luoghi che lasciano intravedere una propria personalità, maligna ovviamente; ma in quelle poche occasioni, a differenza di molti altri romanzi nei quali cose e luoghi simili hanno inciso direttamente sull’andamento della vicenda, lo spazio che qui viene loro concesso è di pura marginalità: non accade nulla se non che il protagonista avverte una strana sensazione, nulla di più.

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Quando lei era buona – Philip Roth

quando lei era buonaUn Philip Roth inatteso quello che ho incontrato leggendo Quando lei era buona.

Infatti in questo libro da lui scritto nell’ormai lontano 1967 c’è tanto di diverso dalle altre mie letture dell’autore americano; si tratta del suo terzo libro e forse ai tempi non aveva ancora trovato il suo filone personale.

La cosa che più differenzia questa storia da tutte le altre è l’evidente mancanza assoluta di personaggi di origine ebraica in tutto il libro; di quella che diventerà una costante nei lavori futuri ( almeno della decina da me letti ) qui non c’è traccia.

Evidente invece è la somiglianza strutturale con il suo libro forse più importante: Pastorale Americana.

In entrambi si raccontano le vicende di alcune famiglie americane di stampo classico, quelle tipiche degli anni cinquanta soggetto di tanti film e serie tv, nelle quali le tradizioni e le apparenze sono cosa prioritaria tra quelle da salvaguardare.

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L’ex avvocato – John Grisham

l'ex avvocatoUna nuova avventura nel più classico dello stile di John Grisham, questo può essere il sunto del suo ultimo romanzo dal titolo L’ex avvocato.

Il genere legal thriller a me è sempre piaciuto e ogni tanto non disdegno un libro di questa categoria.

Si tratta del tipo di vicenda nella quale la domanda intrinseca non è chi sarà stato?, come nei classici gialli con delitto, ma piuttosto ce la farà?

Stiamo parlando di un genere letterario ben preciso che vede, a differenza della storia alla tenente Colombo dove a fronte di un omicidio più o meno misterioso c’è il racconto di come il delitto viene risolto e il colpevole individuato, una situazione in continua evoluzione nella quale gli avvenimenti si susseguono e gli scenari cambiano mano a mano che la storia si sviluppa.

In questo caso la curiosità del lettore viene stimolata e indirizzata verso una evoluzione della vicenda che non si conosce a priori e che può cambiare pagina dopo pagina.

Uno schema abbastanza consolidato quello che Grisham utilizza anche in questo libro dove diversi sono i colpi di scena e altrettanto numerosi i ribaltamenti di fronte.

Ben inteso, qui non si parla di letteratura nel senso nobile della parola, ma come dice lo stesso scrittore americano, si tratta di intrattenimento.

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Vita di Pi – Yann Martel

vita di piQuesto libro è rimasto sullo scaffale della mia libreria per almeno tre anni prima di essere preso in considerazione.

Vi era giunto grazie ad uno scambio con un altro utente di aNobii con cui ero in contatto allora e confesso che fino a qualche giorno fa ero convinto nascondesse una storia  completamente diversa da quella che invece mi sono trovato a leggere.

Erano i tempi di Io & Marley; in quel momento fioccavano i racconti sugli animali domestici e un libro dal titolo Vita di Pi con un felino in copertina faceva pensare ad un’altra storia sul genere.

Il trailer del film di Ang Lee mi ha contemporaneamente chiarito le idee e fatto crescere la voglia di leggere il libro.

Detto questo mi sembra opportuno passare al contenuto di questo bel libro di Yann Martel che incomincia con una verità che ritengo assoluta: gli animali sono animali e considerarli alla stregua di esseri umani è un grande errore che nulla ha a che vedere con il fatto di voler loro bene.

I primi capitoli alternano parti narrative a considerazioni naturalistiche sul mondo animale e sul rapporto uomini-animali; queste ultime possono risultare estremamente interessanti a patto che si riesca a mettere le proprie convinzioni in secondo piano e a seguire le conclusioni dell’autore. Continua a leggere

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Il Seno – Philip Roth

il senoDefinire Il seno di Philip Roth un libro grottesco sarebbe dire poco, suonerebbe riduttivo; vediamo allora di fare meglio.

L’operazione editoriale che ha portato all’uscita di questo racconto lungo come libro singolo, sarebbe cosa di per sé alquanto discutibile, se non fosse che nel mio caso ben difficilmente sarei incappato in una storia come questa, essendo piuttosto allergico alle raccolte di racconti. Dunque meglio così.

Grottesco, stravagante, coinvolgente, a tratti drammatico e commovente e in generale ben più profondo di quanto possa apparire al primo impatto, Il seno è la storia del signor David Kepesh che nel corso di una notte difficile si trasforma in un seno di settanta chili.

 Che dire? Baggianata o genialata? …la seconda che hai detto!

Una genialata perché grazie a questa invenzione Philip Roth attraversa aspetti della mente e della società che rendono il racconto un punto di partenza per approfondimenti e discussioni.

Le sensazioni e il dibattito interiore che il signor Kepesh, non certamente l’ultimo arrivato essendo lui un professore universitario, si trova ad affrontare dopo la sua trasformazione, non sono probabilmente del tutto originali né hanno la pretesa di esserlo, se anche lo stesso protagonista fa riferimento a Kafka e Gogol durante le sue elucubrazioni mentali, ma forniscono chiavi di lettura nuove, sia drammatiche che divertenti. Continua a leggere

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