L’analfabeta è una breve raccolta di racconti autobiografici di Agota Kristof.
Si tratta di pillole di vita vissuta attraverso le quali il lettore può scoprire le difficoltà attraversate dalla brava autrice ungherese venuta a mancare solo pochi mesi fa.
Un modo per avvicinarsi alla scrittura della Kristof e per cercare di decodificare quel suo modo cupo di raccontare le storie.
La raccolta comprende undici brevi capitoli nei quali si ripercorre buona parte della sua vita: la prima infanzia con la capacità di leggere fin dalla tenera età di quattro anni, il collegio, la morte di Stalin, la fuga verso l’Austria, l’arrivo in Svizzera, la prima pubblicazione, ecc.
Leggendo con superficialità la prima parte si potrebbe arrivare alla conclusione che le storie da lei abitualmente raccontate, spesso così crude e senza speranza, siano una diretta conseguenza dei suoi trascorsi; facendo più attenzione però, ci si accorge di una innata predisposizione:
Il catino di zinco – Margaret Mazzantini
Il catino di zinco è la storia di una famiglia; più propriamente è la storia della signora Antenora, nonna dell’autrice Margaret Mazzantini e figura fondamentale nella sua vita.
E’ questo il primo romanzo della Mazzantini e racconta le vicende di una donna certamente di stampo e carattere non comune che attraversa una grande quantità di situazioni diverse nell’arco di una vita vissuta fra tragedie famigliari, carenze sanitarie, costumi ormai antiquati, povertà, miseria, fascismo, luoghi comuni e molto altro ancora.
Il catino di zinco, inteso come oggetto vero e proprio, rappresenta una sorta di macchina del tempo.
Sempre presente nella casa di famiglia, è un elemento che potrebbe tranquillamente assumere in questo romanzo il ruolo di narratore.
Il forte e roccioso carattere della signora viene qui presentato nella sua completezza, sia per quanto riguarda le caratteristiche presenti fin dalla nascita, sia per quegli aspetti formatisi in base alle esperienze vissute.
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