Giudizio positivo per questo libro di Ian McEwan.
Storia cupa e triste raccontata come se l’episodio scatenante non fosse neanche accaduto.
La vicenda ha inizio con un evento tragico e si sviluppa con situazioni in realtà pesanti, ma vissute con grande naturalezza dai protagonisti.
A volte si ha l’impressione che ai ragazzi manchi quella maturità necessaria per rendersi conto della situazione, altre volte le azioni sono fredde e crude.
Probabilmente i diversi comportamenti hanno molto in comune tra loro e sono espressioni della stessa natura, certo è che l’autore riesce davvero a creare un’atmosfera surreale.
L’unico adulto ha superato da poco i vent’anni e oltretutto ha un parte di secondo piano nella storia, questo rende ancora più imprevedibili i “ragazzi della casa” ( come va di moda dire ultimamente tra chi non riesce ad utilizzare al meglio il tempo libero ).
Tra travestimenti, bagni di sole, giochi da grandi, decisioni impulsive e crisi di pianto, i piccoli abitanti della casa nel quartiere in demolizione cominciano anche a fare la conoscenza col sesso.
Ce ne accadranno delle belle…e delle strane.
La vicenda viene narrata in prima persona da uno dei protagonisti e questo lascia capire buona parte del suo carattere, grazie al dialogo interiore del ragazzo; viceversa gli altri personaggi sono più difficili da inquadrare, al punto tale da avere qualche sorpresa davvero inaspettata.
Un esordio bello forte questo mio con Ian McEwan. Grazie a questo gli altri due o tre suoi titoli, confusi in mezzo agli altri volumi della mia libreria, hanno guadagnato qualche punto come priorità di lettura.
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Personalmente non amo molto vedere i film tratti dai libri che mi sono piaciuti, ma in questo caso te lo consiglio, è un film davvero molto particolare, e bello, nella sua cupezza..